Tessuti eco-sostenibili: fibre tessili che aiutano l’ambiente
L’invenzione di nuovi tessuti eco-sostenibili, è una delle conquiste dell’ultimo decennio.
Da sempre, l’essere umano ha una grande dote: la ricerca del meglio. Non ci accontentiamo e cerchiamo sempre di migliorare la nostra vita e quella degli altri.
La scelta di cosa indossare potrebbe aiutare l’ambiente?
Fibre tessili naturali e tessuti eco-sostenibili
Conosciamo già molte fibre tessili naturali, anche se magari non ce ne rendiamo conto.
Il cotone biologico, ad esempio, è una di queste. Seguono il lino, la canapa, la lana, la pelle, il caucciù, seta, cashmere.
Possiamo definire una fibra naturale quella ricavata da piante vegetali o materiali di origine animale.
Le fibre tessili infatti non sono altro che filamenti intrecciati tra loro, formano un filato, che unendolo a sua volta con altri filati si crea il tessuto.
Fibre naturali: sinonimo di sostenibilità?
Non tutte le fibre tessili naturali sono necessariamente ecologiche e sostenibili. Il solo fatto che non siano state create con materiale artificiale come il poliestere, non garantisce un minor impatto ambientale.
Questo perché per considerare un tessuto sostenibile occorre che la materia prima sia prodotta, coltivata / lavorata in laboratorio e trasportata seguendo degli standard ben precisi, stabiliti per tutelare l’ambiente e le realtà sociali presenti nel territorio.
Pensiamo al cotone: ti sei mai chiesto/a perché si differenzia il cotone “normale” da quello biologico?
Come sappiamo il cotone è la fibra naturale più coltivata e utilizzata al mondo da moltissimo tempo. Il cotone biologico o cotone organico (organic cotton), sta conquistando il mercato dell’abbigliamento ogni anno di più, proprio grazie alla sua attestazione ecologica.
A differenza di quello standard, il cotone biologico viene coltivato secondo le regole dell’agricoltura biologica, proprio come accade per i prodotti alimentari.
Come sappiamo infatti, abbiamo i cibi bio e non. I primi, seguono un processo di coltivazione, produzione e distribuzione dettato da precisi standard.
Nella produzione del cotone biologico dunque, non vengono usati pesticidi, fertilizzanti, diserbanti (dunque anche meno inquinamento delle falde acquifere) c’è un minor utilizzo di acque blu, ovvero le acque marine e sotterranee (circa il 91% in meno rispetto alla sua controparte non green) e una riduzione di emissioni di gas serra.
Questo cotone è forse perfetto? No, ma è un passo in avanti. Nessun tipo di fibra infatti, è totalmente priva di criticità.
Inoltre, spesso non si fa caso alla colorazione dei tessuti. L’utilizzo di certi pigmenti artificiali danneggia l’ambiente. Per questo sempre più persone decidono di colorare i propri capi d’abbigliamento a casa utilizzando le proprietà coloranti degli alimenti.
Tessuti eco-sosenibili, le nuove fibre tessili green
Proprio come per il cotone biologico, che per ora rappresenta solamente l’1% del totale sul mercato, continuano le innovazioni riguardo i tessuti eco-sostenibili nel campo della moda.
L’attenzione per la natura e la costante crescita di maggior consapevolezza e sensibilità su ciò che si compra, hanno portato alla ricerca di nuovi modi per creare capi d’abbigliamento sostenibili.
Una ricerca che, possiamo dire, sta diventando sempre più competitiva.
Possiamo trovare infatti tessuti realizzati grazie alla lavorazione delle alghe, scarti di arance, banane, caffè, ortica.
Sul mercato (di nicchia per lo più) ma ancora sottoposti a numerosi studi, ora possiamo trovare:
- abbigliamento a base di generi alimentari o scarti
- pelli prodotte in laboratorio, senza lo sfruttamento di animali, producendo così il collagene, un materiale molto simile alla pelle vera
- accessori realizzati dalla plastica raccolta dai mari e spiagge
L’innovazione, dunque, è continua e si spera nei prossimi anni di poter indossare giacche di pelle ricavate da funghi e scarpe fatte di bucce di banana. Detta così, sembra uno scenario assurdo e anche divertente, ma potrebbero essere la soluzione a tutte quelle fibre artificiali non biodegradabili che ogni giorno vengono prodotte in quantità abnormi.
Nella pratica, come assicurarsi di fare scelte più consapevoli quando ci si veste?
Questa nuova moda sostenibile, è ancora in fase sperimentale, possiamo dire. La domanda è ancora poca e di conseguenza, anche la produzione. I costi pertanto, non sono ancora accessibili.
Come, fare la differenza? Facendo attenzione a ciò che si compra.
La prossima volta che compri un vestito, fai caso alle certificazioni OCS (Organic Content Standard) o GOTS (Global Organic Textile Standard).
La presenza di queste certificazioni attesta un controllo e rispetto degli standard internazionali su tutti i livelli di produzione, dunque su:
- Liste di prodotti chimici consentiti nella lavorazione.
- Trattamento delle acque di scarico
- Accessori del prodotto e materiali di imballaggio
- Parametri tecnici
- Condizioni dei lavoratori nella fase di produzione (rispetto della popolazione locale)
L’etichetta Fairtrade inoltre, certifica che gli agricoltori hanno ricevuto un salario minimo.
Leggi bene l’etichetta: non comprare tessuti di cotone se mischiati con materiali sintetici. Sintetico e naturale assieme, significa maggior difficoltà nel separarli e riciclarli. Preferisci sempre tessuti organici ai tessuti sintetici.
Leggi anche: Vestiti invenduti a causa del Coronavirus: che fine fanno?
È fondamentale inoltre sostenere quei marchi impegnati nel creare prodotti biologici e tessuti eco-sostenibili.
Più la nostra richiesta di prodotti ecologici aumenta, maggiore sarà la produzione, e di conseguenza, minore sarà il costo d’acquisto.
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[…] Tessuti eco-sostenibili: fibre tessili che aiutano l’ambiente Luglio 24, 2020 […]
[…] Avevamo già accennato in un precedente articolo delle innovazioni sostenibili nel campo della moda. […]